06 maggio 2012

L'Italia strutturalmente non meritocratica

I dati pubblicati dalla Banca d'Italia su reddito e diseguaglianze non solo confermano che l'Italia e'  un pessimo esempio di meritocrazia, ma rivelano allarmanti tendenze al peggioramento.

Se un paese ha, come l'Italia, forti diseguaglianze fra ricchi e poveri, la sua economia e' efficiente solo se il sistema permette e promuove la mobilita' sociale. I dati italiani mostrano all'inverso bassissimi livelli di mobilita' sociale, e la Banca d'Italia riferisce di una percezione allargata che la ricchezza che un cittadino ha non e' in modo rilevante dovuto alle sue scelte individuali.

Invece, il reddito corrente (i guadagni dal lavoro quotidiano) gioca un ruole sempre meno importante rispetto al peso della ricchezza  accumulata, o ereditata, sul totale. Un po' come tornare indietro nel tempo: le chance di un figlio dipendono da padre e nonno, non dalla forza del proprio intelletto, capacita' e volonta'. La sorte decisa gia' alla nascita.

Un altro dato preoccupante e' che la ricchezza invecchia: gli anziani hanno guadagnato ricchezza, negli ultimi anni, a spesa dei giovani. Fra il 1987 e il 2008 e' crollata la ricchezza degli under 30. E se per loro ci potesse essere una notizia ancora piu' nera, e' arrivata: la disoccupazione giovanile e' salita al 32%.

Il governo ha di fronte una sfida davvero forte: deve invertire la rotta e girare completamente la barca: l'Italia deve smettere di navigare verso il passato. E' ora di guardare al futuro.

Nessun commento:

Posta un commento