I dati pubblicati dalla Banca d'Italia su reddito e diseguaglianze non
solo confermano che l'Italia e' un pessimo esempio di meritocrazia, ma
rivelano allarmanti tendenze al peggioramento.
Se un paese ha,
come l'Italia, forti diseguaglianze fra ricchi e poveri, la sua economia
e' efficiente solo se il sistema permette e promuove la mobilita'
sociale. I dati italiani mostrano all'inverso bassissimi livelli di
mobilita' sociale, e la Banca d'Italia riferisce di una percezione
allargata che la ricchezza che un cittadino ha non e' in modo rilevante
dovuto alle sue scelte individuali.
Invece, il reddito corrente (i guadagni dal lavoro quotidiano) gioca un ruole sempre meno importante
rispetto al peso della ricchezza accumulata, o ereditata, sul totale.
Un po' come tornare indietro nel tempo: le chance di un figlio dipendono
da padre e nonno, non dalla forza del proprio intelletto, capacita' e
volonta'. La sorte decisa gia' alla nascita.
Un altro dato
preoccupante e' che la ricchezza invecchia: gli anziani hanno guadagnato
ricchezza, negli ultimi anni, a spesa dei giovani. Fra il 1987 e il
2008 e' crollata la ricchezza degli under 30. E se per loro ci potesse
essere una notizia ancora piu' nera, e' arrivata: la disoccupazione
giovanile e' salita al 32%.
Il governo ha di fronte una sfida
davvero forte: deve invertire la rotta e girare completamente la barca:
l'Italia deve smettere di navigare verso il passato. E' ora di guardare
al futuro.
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